Spaghetti con sughetto siciliano

Ogni tanto ci vuole una ricetta veloce veloce…
Non abbiamo sempre tanto tempo a disposizione per cucinare, ma non per questo dobbiamo rinunciare a mangiare bene!
Quello che io chiamo “sughetto siciliano” per via del concentrato di ingredienti provenienti dalla meravigliosa isola, è uno dei miei condimenti preferiti per la pasta, in particolare per gli amati spaghetti.
E’ un sugo di pomodoro fresco con capperi e olive, saporito e leggermente piccante; è molto appetitoso anche se di facile esecuzione.
Ricetta del sughetto siciliano (sugo di pomodoro fresco con capperi e olive)
Ingredienti
Per 4 persone- 350 gr di spaghetti
- 600 gr di pomodori di Pachino
- 2 spicchi d'aglio
- 3 cucchiai di capperi di Pantelleria sotto sale
- 3 cucchiai di olive nere denocciolate
- Ricotta salata q.b.
- Olio evo q.b.
- Sale e peperoncino q.b.
Opzionale: per decorare il piatto qualche frutto di cappero e quattro pomodorini
Preparazione
Fate rosolare gli spicchi d’aglio in una padella con olio evo q.b., quando saranno appena dorati toglieteli dalla pentola e mettetevi i pomodorini precedentemente lavati e tagliati in due.
Saltate i pomodori a fuoco vivace per qualche minuto, poi aggiungete le olive, i capperi precedentemente sciacquati bene e il peperoncino.
Abbassate la fiamma, coprite e lasciate cuocere ancora per un paio di minuti (i pomodori dovranno essere cotti ma restare interi).
Assaggiate per verificare se necessita l’aggiunta di sale nonostante i capperi.
Fate cuocere in abbondante acqua salata gli spaghetti (io ho usato quelli integrali ma voi fate come preferite), scolateli al dente e fateli saltare velocemente con il condimento aggiungendo un pochino d’acqua di cottura.
Impiattate e spolverate con la ricotta salata.
Ho usato per decorare il piatto di spaghetti con sugo siciliano qualche frutto di cappero e dei pomodorini interi scottati in una piccola padella con un filo d’olio.
Commenti
4 commenti su "Spaghetti con sughetto siciliano"
Buona e veloce
Non è detto che le pietanze devono essere complicate per essere buone, anzi spesso sono quelle più semplici le più apprezzate.